Lo scorso 19 febbraio Le Giovani Verdi hanno organizzato un percorso di ricognizione delle piste ciclabili del Canton Ticino per documentarne pregi e difetti in modo da poter sulla base del materiale raccolto formulare delle proposte di miglioramento concrete e mirate.

L’intento è quello di promuovere una rete ciclabile più organizzata e sicura che consista in una vera alternativa all’automobile. Il percorso ha avuto come tappa iniziale piazza Grande a Locarno e durante il viaggio sono stati toccati i principali centri urbani del Cantone. Per analizzare anche la possibilità e la comodità dell’utilizzo della bicicletta in caso di grandi spostamenti (da un centro urbano all’altro) è stata sperimentata anche la mobilità multimodale, facendo ricorso al trasporto su rotaia per percorrere alcuni tratti del percorso.

Gli aspetti positivi rilevati durante la ricognizione sono da riassumersi come segue. Generalmente si può affermare che l’infrastruttura dedicata allo spostamento in bicicletta è presente. In alcuni casi si può vedere come nello stesso centro urbano sia possibile percorre delle piste ciclabili dedicate allo svago e al tempo libero e allo stesso tempo scegliere dei percorsi più fruibili a chi si sposta per lavoro o per commissioni quotidiane. Nel Locarnese è stato valutato buono lo spazio messo a disposizione alle ciclabili come anche la presenza di zone 20. Nel Luganese è stata accolta positivamente la presenza di semafori dedicati alla ciclopista e la presenza di una ciclopista percorribile in sicurezza per almeno metà del lungolago. Nel Bellinzonese le strade si sono dimostrate ampie e poco trafficate. Nel mendrisiotto si loda la presenza di buone piste ciclabili.

Gli aspetti negativi rilevati mostrano come alcune delle zone analizzate presentano delle criticità marcate che spaziano dalla sicurezza nello spostamento, al trasporto delle biciclette su rotaia, fino al banale posteggio dedicato alle automobili. In alcune stazioni infatti non c’è spazio dedicato sufficiente a posteggiare le biciclette e talvolta non esiste nemmeno un luogo sicuro, sorvegliato e coperto (sia mai che ricominci a piovere!) dove riporre la bici, durante gli spostamenti con il treno verso altri centri urbani. Posteggi necessari dato che, purtoppo, sui treni per i pendolari al momento non sembra esserci abbastanza posto per le biciclette. Oltre ad esserci la complicazione della riservazione del posto bici su alcuni treni, esistono anche delle restrizioni orarie per i ciclisti. Il trenino FLP che copre la linea Ponte Tresa – Lugano stazione, non permette di caricare biciclette negli orari di punta (ovvero in settimana durante gli orari di apertura e rispettivamente chiusura uffici). I tratti in cui le zone pedonali e la pista ciclabile non sono distinguibili sono molti e purtroppo non rappresentano un percorso sicuro né per i ciclisti né per i pedoni. Dilagante è la mancanza di una segnaletica chiara e la marcata discontinuità dei percorsi: la pista ciclabile c’è e tutto ad un tratto non c’è più e ci si trova inseriti nel traffico generale senza nessuna possibilità di preselezione. Spesso le piste ciclabili condividono la strada con le automobili in punti molto trafficati e dove lo spazio è assai limitato per tutti gli utenti della strada, con la difficoltà aggiunta per i ciclisti di trovarsi sul punto della strada dove sono posizionati parecchi tombini e dove a sorpresa spuntano dei parcheggi rendendo discontinuo il percorso ciclabile e costringendo i ciclisti ad invadere la corsia delle automobili. Le piste generalmente risultano spesso strette e incastrate in ritagli di spazio di centri urbani troppo trafficati. Talvolta – forse per salvaguardare la sicurezza dei ciclisti – esistono piste ciclabili ampie ma che si trovano al di fuori dei centri urbani, rivelandosi quindi non molto interessanti e poco pratiche per raggiungere i punti di interesse in città.

Considerando pregi e difetti dell’attuale situazione proponiamo delle soluzioni concrete, talune implementabili da subito e altre che richiedono la partecipazione più attiva e partecipativa di Comuni e Cantone a lungo termine.

Generalmente è necessario potenziare l’infrastruttura ciclopedonale, cercando di limitare il più possibile la discontinuità dei percorsi già pianificati e creare zone distinte per pedoni e ciclisti. Rendere chiara e fruibile la segnaletica è una priorità per quanto riguarda la sicurezza di tutti gli utenti della strada: è necessario che la segnaletica sia più presente e visibile o semplicemente più completa.

Per quanto riguarda la promozione della mobilità dolce mista sarebbe opportuno garantire dei vagoni o perlomeno degli spazi dedicati ai ciclisti anche durante gli orari di punta e laddove possibile offrire la possibilità di parcheggiare la propria bici in un luogo dedicato che sia sicuro, spazioso e decoroso.

Lo sforzo a Cantone e Comuni sarà da richiedere in particolare per quanto riguarda le pianificazioni urbane: conviene cominciare a pensare in modo lungimirante alla mobilità dolce, prevedendo strade larghe e la pedonalizzazione dei centri urbani. Si possono invece promuovere da subito l’implementazione di zone 20, come già accade in alcuni dei centri urbani visitati.

 

Clara Seitz, candidata 78, Lista14