Grazie presidente, consigliere di Stato, colleghi e colleghe,

Il fondo energie rinnovabili (FER), attivo dall’aprile 2014 è una storia di successo e rimarrà anche in futuro determinante per la politica energetica e climatica cantonale. Il suo mantenimento e sottolineo un suo rafforzamento nel tempo è di fondamentale importanza per il raggiungimento degli obiettivi fissati nel PECC. 

In poco meno di 10 anni il FER ha permesso 

  • di ridurre complessivamente le emissioni di CO2 di circa 68’500 tonnellate.
  • di installare a livello cantonale di 12’479 impianti fotovoltaici per una produzione annua stimata di 252 GWh, corrispondente a ca. il 7.9% del consumo di elettricità. 

Il continuo aumento delle richieste di sussidi sta cominciando ad erodere le riserve del fondo. Nel 2023, infatti, le entrate derivanti dai prelievi sui consumi e sulla produzione (ca. 4.3 mio CHF) sono state per la prima volta ampiamente inferiori alle uscite, determinate dai contributi elargiti e dai costi di gestione del fondo, e quindi si è dovuto far capo alle riserve del fondo per ca. 5.6 mio. Al 31.12.2023 le riserve del fondo ammontano a 28.2 mio CHF.

Il Consiglio di Stato propone di mantenere i prelievi attuali. Il messaggio propone inoltre una modifica puntuale della Len, volta ad estendere gli scopi del FER a favore di tecnologie di accumulo di energia. Queste tecnologie sono in rapida evoluzione e sono da considerare un elemento complementare fondamentale per lo sviluppo della produzione di energie rinnovabili e per la svolta energetica. 

Il tasso di installazione medio di impianti fotovoltaici degli ultimi 2 anni è finalmente in linea con l’obiettivo del PECC. Va quindi fatto tutto il possibile per mantenere una velocità di crociera analoga, pena il fallimento degli obiettivi di produzione di corrente rinnovabile e la necessità di rimanere a lungo termine maggiormente dipendenti dalle importazioni nei mesi invernali, questo anche considerando le imminenti riversioni idroelettriche. Per garantire un approvvigionamento elettrico sicuro ed ecologico non possiamo quindi permetterci di diminuire la velocità di installazione dei nuovi impianti. 

Purtroppo l’effetto “psicologico” della marcata diminuzione della remunerazione della corrente fotovoltaica immessa in rete da parte di AET sta frenando nel 2024 l’installazione di nuovi impianti. Un segnale di sostegno al fotovoltaico è quindi più che mai importante e questo messaggio sul FER può contribuire a dare un segnale politico chiaro verso la cittadinanza e le aziende. 

Il ruolo degli incentivi rimane ancora importante.  Nei prossimi anni bisognerà infatti convincere sempre più proprietari e aziende che non sono necessariamente convinti o entusiasti di installare un impianto fotovoltaico. La maggior parte degli entusiasti lo ha già fatto. Avere ancora a disposizione un fondo FER con una dotazione finanziaria sufficiente sarà quindi fondamentale per raggiungere gli obiettivi a medio e lungo termine del PECC. Inoltre non è infatti escluso che si debba ricalibrare il contributo unico per mantenere una velocità di crociera sufficiente e/o per favorire ulteriormente tipologie di installazione con orientamenti e inclinazioni più favorevoli alla produzione invernale.

La minoranza della commissione ritiene fondamentale garantire sul lungo termine l’attuale tasso di installazione di impianti fotovoltaici combinandolo con l’inserimento sistematico di sistemi di accumulo giornaliero sia di quartiere che privati. Inoltre andranno incentivati sin da subito anche progetti più ampi di stoccaggio stagionale (Power2X). 

Se il deficit operativo del FER osservato nel 2023 venisse proiettato nel futuro prossimo, esso porterà ad esaurire le riserve accumulate entro 5 anni imponendo quindi ad un certo momento il blocco delle possibilità di incentivo.  

Considerato questo deficit, considerata l’importanza di mantenere l’attuale tasso di installazione e considerato che si apre la possibilità di incentivare anche l’accumulo, per la minoranza della commissione appare quindi necessario ampliare la dotazione finanziaria del fondo sfruttando le possibilità già offerte dalla Legge energia.

L’aumento dei prelievi è valutato come una scelta fattibile e ragionevole anche dal CdS, che però tramite il messaggio ha operato una scelta politica di continuità. 

La minoranza della commissione propone di aumentare il prelievo sui consumi da 0.2 a 0.3 cts/kWh e sulla produzione fossile di AET dannosa per il clima da 0.6 a 0.8 cts/kWh. Il decreto annesso al rapporto di minoranza si differenzia quindi solo in queste due cifre da quello annesso al messaggio del CdS e ripreso dal rapporto di maggioranza.

Queste due modifiche porterebbero mediamente 2.74 milioni annui in più, che corrisponde ca. al 50% del deficit di 5.6 milioni osservato nel 2023. Questa proposta va quindi valutata come un compromesso che non permette di colmare completamente il deficit osservato nell’ultimo anno, ma di garantire a medio termine la dotazione finanziaria del fondo. A lungo termine saranno probabilmente necessari ulteriori adeguamenti.

L’aumento dei prelievi sui consumi è ritenuto più che sopportabile per la cittadinanza e irrilevante rispetto alle oscillazioni del prezzo della corrente sul mercato e delle variazioni delle tariffe di distribuzione da un anno con l’altro. Un’economia domestica media spenderebbe ca. 5 fr all’anno in più, una economia domestica che invece riscalda l’abitazione e l’acqua calda sanitaria esclusivamente con l’elettricità avrebbe un aumento dei costi compreso tra 10 e 20 fr.  Questo costo aggiuntivo è però da mettere in relazione con i benefici futuri. Una maggiore produzione fotovoltaica e un migliore stoccaggio della stessa andrà a beneficio di tutti, proprietari e inquilini, anche grazie alle nuove possibilità di istituire delle comunità di autoconsumo previste dalla nuova legge federale. I costi aggiuntivi dovuti all’aumento del prelievo verranno infatti ampiamente recuperati in termini di corrente meno costosa a disposizione in futuro. 

Concludo invitando voi colleghi e colleghe a continuare la storia di successo del FER dandogli la dotazione finanziaria sufficiente per continuare la transizione energetica ticinese in linea con gli obiettivi del PECC, bocciando quindi il rapporto di maggioranza del collega Cedraschi che ringrazio per la collaborazione.

Grazie

Matteo Buzzi