Oltre l’austerità: Investire nella transizione ecologica per le future generazioni
Grazie presidente, vicepresidenti, consiglieri di stato, consigliera di stato, colleghe e colleghi,
Preparando questo intervento sul preventivo del DT mi son reso subito conto che avrei potuto ripetere più o meno tale e quale il mio intervento fatto nel quadro del preventivo 2024. Ciò mostra che nella sostanza la situazione non è cambiata e che le criticità rimangono le stesse, in particolare se vogliamo analizzare la velocità con cui si intende avvicinarsi alla sostenibilità ambientale. Mi limiterò oggi a fare qualche importante considerazione generali sugli investimenti.
Tramite il Dipartimento del Territorio il Consiglio di Stato ha in mano le principali chiavi ticinesi della transizione ecologica ma anche quelle di contrasto e di adattamento al mutamento climatico.
Si tratta di una sfida epocale che non possiamo perdere se vogliamo garantire oggi come in futuro il benessere della nostra comunità e le basi vitali dell’ambiente in cui viviamo. Il mutamento climatico ci ha già proiettato e ci proietterà ulteriormente in futuro in condizioni purtroppo sconosciute sia a noi che ai nostri antenati che ci hanno preceduto su queste terre.
Questa sfida deve essere affrontata con gli strumenti adeguati alla portata della stessa.
Al più tardi dopo l’ultima tragica estate ci siamo resi conto cosa potesse significare essere entrati ormai a tutti gli effetti nell`antropocene: vittime umane e costi per decine o centinaia di milioni di franchi.
Al più tardi dopo l’ultima tragica estate abbiamo percepito la dimensione di quello che dovremo ormai affrontare nei prossimi decenni.
Al più tardi dopo l’ultima tragica estate dovremmo però aver anche capito che vi è un’assoluta urgenza di intervento per contrastare e per adattarci ai mutamenti climatici.
Entrambi i rami della soluzione fanno rima con investimenti. Investimenti che quindi non devono essere vittime di una perversa logica contabile sul corto termine. Stiamo infatti parlando di lasciare nelle mani delle future generazioni un territorio vivibile e gestibile, non solo nelle regioni periferiche.
Pur avendo identificato la sfida il Consiglio di Stato tramite il DT non è riuscito a dargli quella svolta necessaria per affrontarla con celerità e con i giusti mezzi. Vuoi per mancanza di obiettivi politici ambiziosi, vuoi per una ipotetica mancanza di mezzi finanziari, vuoi per non scontentare troppi portatori di interesse focalizzati sul corto termine, il CdS e il DT non hanno un piano di rilancio degli investimenti, a maggior ragione nel campo climatico.
Anzi la diminuzione degli investimenti netti di una decina di milioni rispetto al consuntivo 2023 e di 3 milioni rispetto al preventivo 2024 va addiritura nella direzione opposta. Come se ciò non bastasse va ora ad aggiungersi la mannaia della maggioranza commissionale che introducendo un tetto massimo inferiore per gli investimenti condizionerà anche l’attività del DT, anche se ci si è affrettati subito a dire che ad esempio gli investimenti per la Vallemaggia non sarebbero stati toccati. E ci mancherebbe.
La nostra mozione per un fondo per le calamità climatiche chiede di investire ad esempio almeno il 2 permille del PIL all’anno per l’adattamento al mutamento climatico. Sono inoltre necessari più fondi per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica e dell’indipendenza energetica entro il 2050, ancora di più se si pone questo obiettivo al 2040.
Appare quindi in tutta la sua ampiezza l’ampio divario tra necessità di investimenti e investimenti effettivamente considerati dal DT o dalla maggioranza commissionale in questo preventivo.
In una prospettiva di medio-lungo termine crediamo si debbano aumentare gli investimenti netti del DT per un paio di decennni almeno del 60%, parliamo quindi di una cifra dell’ordine di 100 milioni in più da investire nel campo energetico, nella mobilità sostenibile, nel campo forestale, geologico, agricolo, idrologico e nelle opere di premunizione. Si tratterebbe di un grande piano di transizione e adattamento che avrebbe inevitabilmente anche effetti positivi in termini di rilancio economico e di adozione di nuove tecnologie.
Un aumento degli investimenti che non dovrebbe destare troppe preoccupazioni finanziarie particolari: da un lato potrebbe infatti essere finanziato almeno in parte con ulteriori entrate temporanee prelevate dalle fasce più abbienti e dall’altro potrebbe essere anche coperto con un aumento del debito. Non va quindi sopravvalutato il grado di autofinanziamento.
Non ci sembra infatti scandaloso aumentare il debito se questo potrà in qualche modo essere vincolato per questi investimenti e derogando con una modifica legislativa al freno al disavanzo. In fondo ce lo insegnano gli imprenditori: indebitarsi per investire in prodotti innovativi dal ritorno finanziario sul medio termine è vantaggioso. Analogo discorso si può fare sugli investimenti in ambito climatico: il loro impatto sarà positivo sulla comunità sia in termini di riduzione dei danni climatici sul territorio e l’economia, che in termini di consumi energetici inferiori e di approvvigionamento energetico indipendente.
Evidentemente l’aumento degli investimenti deve seguire una priorizzazione chiara e una valutazione di necessità e di sostenibilità ambientale e sociale: ad esempio se il risanamento fonico in alcune strade cantonali può essere ottenuto con la limitazione della velocità lo si faccia con quello strumento invece che investire nell’asfalto fonoassorbente.
Con questo preventivo vogliamo dare come Verdi un mesaggio chiaro: gli investimenti vanno aumentati o perlomeno non diminuiti. Da qui il nostro emendamento al rapporto di maggioranza per mantenere gli investimenti perlomeno sul livello del consuntivo 2023.
In conclusione possiamo quindi affermare che anche il DT, a maggior ragione con le proposte peggiorative del rapporto di maggioranza, si inserisce purtroppo nella logica di austerità dell’intero preventivo. Austerità che arriverà anche da Berna. Nei prossimi anni anche il DT dovrà fare i conti con i tagli a livello federale, tagli messi in campo in fondo dalla stessa maggioranza che qui ci propone i tagli cantonali.
Anche per questo non sosteremo il preventivo 2025.
Grazie