Onorevole Consigliere di Stato,

la mobilità delle persone in Ticino e particolarmente nel Sottoceneri preoccupa fortemente la popolazione residente. Nonostante le code il ticinese mantiene un legame molto forte con la propria automobile. Perché? A causa dell’insufficienza dei mezzi pubblici? A causa della comodità del trasporto unimodale dalla propria abitazione al posto di lavoro? Per una questione di mentalità? Probabilmente le cause sono tutti e tre i fattori.

Cento anni fa in un periodo breve e in tutta la Svizzera, compreso il Ticino, le ferrovie locali si sono sviluppate accanto alle strade, aggiungendo il fattore lungimirante alla sostenibilità elettrica. Oggi nessuno svizzero, turista oppure lavoratore straniero esprime un’opinione negativa su questo mezzo di trasporto essenziale per la sopravvivenza residenziale fuori città. Per fare un esempio regionale nessuno da Martigny a Nyon proporrebbe seriamente di eliminare i binari detti “stretti” (ce ne sono almeno 10) che collegano la montagna e l’altopiano alla rete ferroviaria federale. Inoltre, riconoscendo la comodità del trasporto unimodale, i rotabili sono in grado di adattarsi durante la corsa ai binari FFS (linea MOB).

Stranamente l’evidenza della sostenibilità ecologica delle ferrovie elettriche non ha mai convinto il cittadino ticinese e quasi tutti i tracciati di ferrovia secondari sono spariti dal Cantone. Ma per fortuna non tutti. Rimane ancora la ferrovia Lugano-Ponte Tresa FLP. Però i vostri servizi pianificano di sacrificarla a favore di un collegamento “diretto” tra la città di Lugano e il piano del Vedeggio senza fermata intermedia, e soprattutto senza fermata alla stazione delle ferrovie federali. L’eliminazione della “linea di collina” sarebbe dovuta al “doppione” che metterebbe a rischio l’aiuto finanziario federale. Difatti un doppione non c’è. Invece di qualificare le associazioni di cittadini e potenziali utenti del trasporto pubblico come “fantasiosi” che “dicono balle siderali”, sarebbe perlomeno un atto intelligente ascoltarli.

La grande maggioranza delle migliaia di utenti prevista da lei in futuro (menziona oltre 10’000 utenti al giorno nel 2025) che vorrebbero transitare dalla stazione FFS, dovrebbero cambiare mezzo di trasporto circa 50 m sotto terra per arrivare alla piattaforma del treno nello stesso tempo che già oggi l’utente della FLP impiega senza doversi alzare una volta del sedile. Difatti i vostri servizi hanno poi previsto una capacità di trasporto in piedi (scale mobili in galleria?) di circa 100 persone al minuto per raggiungere la stazione. Con ragione e non molto convinti di questa soluzione gli specialisti federali del traffico hanno deciso un aiuto finanziario molto modesto su questo investimento di 300 milioni (!) di franchi (galleria e stazione sotterranea).

Ma non solo, lei ammette che il nostro piccolo treno serve visto che trova un sostituto per lo meno strano: sostituire il treno FLP con un servizio di BUS. Ha comunicato pure il prezzo: un costo annuo di 800’000 franchi, servizio che passa naturalmente sulla strada intasata. Oggi il nostro trenino è oltremodo più sostenibile di un bus e ci costa 650’000 franchi l’anno. E con una cadenza molto più alta e regolare di un bus.

Caro Consigliere di Stato, ordini la finizione della piccola galleria pedonale che lega in modo orizzontale il binario della stazione FLP e la “hall” della stazione FFS, modernizzi l’infrastruttura e i rotabili della nostra linea capillare “di collina” e ci lasci creare un centro (croce) del tram-treno a Molinazzo a 4 linee interconnesse: Ponte Tresa, Manno, città di Lugano, stazione Lugano FFS. Niente doppione e tutti gli utenti felici per la connessione equilibrata tra Lugano e il futuro quarto centro urbanistico del Ticino nel piano del Vedeggio.

 

Kaj Klaue, membro comitato cantonale “I Verdi del Ticino” e consigliere comunale