Gentile presidente, vicepresidenti,
Consiglieri di Stato, colleghe e colleghi,

per utilizzare la stessa metafora del presidente della commissione Michele Guerra: davamo per scontato che la collaborazione ex ante per uscire dalle secche delle difficoltà finanziarie fosse stata fatta prima di lasciarsi ammaliare dal decreto Morisoli, che ha voluto dare un corsetto ulteriore al limitato margine di manovra del governo, già vincolato dalla legge al freno al disavanzo.

Se questo non è stato fatto, rende ancora meno comprensibile l’atteggiamento compiacente dei suoi sostenitori, alla ricerca di un messia che garantisca la salvezza: pareggio di bilancio senza intervenire sulle entrate, senza riversamenti sui comuni, senza togliere mezzi alle persone più fragili.

Il professor Soguel, che abbiamo sentito in merito allo studio di Idheap sull’analisi comparata della spesa del Ticino, rispetto alla media degli altri Cantoni, offre alcuni spunti di riflessione che vi ripropongo

Prof. Soguel:        “In merito alla domanda, se esistesse una soluzione magica per risolvere il problema dei budget pubblici in Svizzera, ve la direi. Tuttavia, non esiste una soluzione unica, ma ne esistono diverse.

Sebbene siano scelte politiche, si possono apportare alla discussione anche elementi tecnici. Il Ticino ha un indebitamento relativamente vincolante, come molti altri Cantoni. L’introduzione di questi meccanismi deve avere ripercussioni nel modo in cui viene costruito un budget: non si può più costruire un budget con un dispositivo di freno all’indebitamento come lo si costruiva senza questo freno.

Senza di esso si chiedeva ai vari Dipartimenti quale fosse il budget di cui avevano bisogno, si faceva la somma e si arrivava a un importo troppo elevato rispetto a quanto era possibile pagare.

Con un freno all’indebitamento bisogna passare per forza a un dispositivo “top-down”. Bisogna quindi determinare il gettito a disposizione, poi procedere alla ripartizione tra i vari Dipartimenti, rispettivamente tra le differenti politiche pubbliche.

È un cambiamento di paradigma che scaturisce dal freno alla spesa e che inizia a essere messo in atto nella maggior parte dei Cantoni. All’Idheap realizziamo questo confronto delle spese comunali e cantonali da 25 anni e ci siamo resi conto che da 25 anni il Ticino è sempre sul filo del rasoio in materia di spesa pubblica e di budget pubblico. È un Cantone che ha sempre difficoltà a rispettare il suo budget. Ha sempre difficoltà e sarà sempre confrontato con la necessità di trovare misure per arrivare a risanare il budget. Una di queste misure concerne l’efficienza con la quale i compiti dello Stato sono affrontati.

Per riuscire a riequilibrare il budget, se non si trova un consenso politico per privilegiare una politica rispetto a un’altra, penso si debba concentrarsi sull’efficienza.

A questo punto intervengo nell’audizione con alcune domande di verifica:

Bourgoin  – In termini semplici, possiamo dire che il Ticino ha spese e costi importanti, ma che si situa nella media degli altri Cantoni. Di conseguenza, non è corretto dire che il Ticino spende troppo o senza criterio. È corretto?

Prof. Soguel – Sì, salvo che non ho detto che il Ticino ha una spesa pubblica importante. Ci sono Cantoni che si situano nella media degli altri, ma non si può dire che il Ticino abbia una spesa pro capite importante.

Bourgoin – Quindi il fatto di dire che il Ticino fa sempre fatica e che è sempre sul filo del rasoio tra entrate e uscite, non significa che la spesa è importante, ma che l’equazione non è così semplice. È corretto?

Prof. Soguel – Esatto.

Bourgoin – Dobbiamo perciò trovare una soluzione, ma non abbiamo la bacchetta magica. Lei suggerisce un approccio pratico fondato sull’efficacia. Esiste una sorta di catalogo delle “best practices” nei differenti settori? Esistono “best practices” che altri Cantoni hanno applicato con successo?

Questi esempi virtuosi esistono, andrebbero ordinati, e potrebbero essere oggetto di un altro piccolo mandato. Poi è importante comparare il Ticino con altre realtà comparabili, non con una media, si raccomanda il professore.

Il Prof. Soguel poi diceva prima: ”Con un freno all’indebitamento bisogna passare per forza a un dispositivo “top-down”. Bisogna quindi determinare il gettito a disposizione, poi procedere alla ripartizione tra i vari Dipartimenti, rispettivamente tra le differenti politiche pubbliche.”

Già il gettito.

Adesso vediamo quindi i termini della difficile equazione

Non confrontiamo il Ticino a una media: il Ticino è unico nelle sue caratteristiche

  • cantone di frontiera con oltre 80’000 frontalieri
  • stipendi più bassi di tutta la svizzera
  • tasso di povertà più alto della svizzera
  • una popolazione sempre più anziana

Appurato dallo studio Idheap che non è corretto dire che il Ticino spende troppo o senza criterio, non possiamo fare quindi tagli facili: lo si vede dalle misure contenute dal pacchetto proposto che sono addirittura autolesioniste, ossia

  • punire i propri alleati, i collaboratori e le collaboratrici
  • punire i partner che ci aiutano a prenderci cura delle persone più fragile
  • rendere ancora più amaro l’aumento dei premi di cassa malati ( 20% in due anni) tagliando i sussidi

e tutto questo dopo aver deciso di diminuire il gettito facendo sgravi a chi guadagna 30’000 franchi al mese, l’anno precedente l’entrata in vigore della riforma delle aziende che farà restringere ancora di più il gettito.

È necessario quindi stabilire delle priorità, appunto: non per niente noi verdi non abbiamo mai firmato un preventivo. Non si mettono le energie e le risorse dove è necessario, a partire dai temi citati sopra fino all’indispensabile accompagnamento a popolazione e aziende alla transizione energetica, ecologica e climatica.

Per stabilire delle priorità sono però necessarie Scelte politiche. Un patto di paese che veramente obblighi il governo e i partiti a cominciare a parlarsi, a favore del bene comune. Bene comune che secondo noi non è perseguito da questo preventivo. E a guardaci dall’esterno, una domanda sorge spontanea, di nuovo: ma i partiti di governo, non sono gli stessi dei partiti di maggioranza?

Lo studio Idheap dice quindi che non è corretto dire che il Ticino spende troppo. Riferirsi a una media intercantonale per giustificare i tagli nel sociale, al personale o al ceto medio è pretestuoso. Per far fronte ai bisogni – rispetto al resto della Svizzera abbiamo gli stipendi più bassi, il tasso di povertà più alto, la popolazione più anziana, senza dimenticare una transizione ecologica equa – è necessario avere le entrate necessarie e rinunciare a sgravi compiacenti.