Grazie presidente, consiglieri di stato, colleghi e colleghe,

Le infrastrutture di trasporto stradale in Ticino sono ormai al limite del collasso, soprattutto durante le ore di punta del mattino e della sera. Basta un incidente di media entità per bloccare completamente il Cantone soprattutto a sud del Ceneri. È quindi chiaro che dobbiamo affrontare seriamente la questione, evitando soluzioni che in prospettiva, invece di risolvere il problema, lo peggiorerebbero, qui pensiamo ad esempio al potenziamento dell’asse autostradale con la terza corsia a sud di Lugano.

Non possiamo e non dobbiamo considerare l’aumento del traffico motorizzato individuale come un fenomeno naturale inevitabile. E’ ora di abbandonare questa visione fatalistica ed è essenziale adottare un approccio sistemico che incentivi un cambiamento nelle abitudini di mobilità. 

Per affrontare questa emergenza, è quindi necessario utilizzare tutti gli strumenti a disposizione.

Considerato che tutti i partiti di maggioranza, UDC compreso, nonostante alcune sfumature di facciata vorrebbero aumentare la popolazione residente tramite una pianificazione territoriale espansiva e non intendono ridurre concretamente il frontalierato, dal caos viario possiamo uscirne solamente con uno sforzo che deve essere duplice: 

  • da un lato, bisogna incentivare le alternative: qui pensiamo in particolare all’uso dei mezzi pubblici, sfruttando gli investimenti già fatti e pianificandone ulteriori. Va inoltre promossa la mobilità lenta e il car pooling;
  • dall’altro, è però necessario introdurre anche meccanismi che disincentivino l’uso dell’auto privata, come ad esempio una tassa sui grandi parcheggi aziendali, che risulterebbe meno invasiva rispetto a una normativa restrittiva che limiti per legge il numero dei posteggi stessi.

In un contesto di forte domanda di mobilità promuovere soltanto le alternative senza introdurre dei disincentivi non basta: i dati sul traffico lo dimostrano chiaramente. Stabilizzare la situazione su alcune tratte stradali non è sufficiente e non può accontentarci, dobbiamo invece puntare a una riduzione effettiva e sistematica degli spostamenti. Volenti o nolenti esiste una chiara correlazione tra l’uso dell’auto e la disponibilità di parcheggi, in particolare presso i frontalieri che per il 70% godono di un parcheggio gratuito. 

Le grandi aziende, in particolare quelle che fanno capo a tanta manodopera frontaliera, sono dei grandi generatori di traffico e come tali devono assumersi la responsabilità del traffico che generano. È quindi evidente che agire anche sul disincentivo del mezzo motorizzato individuale potrebbe portare a risultati concreti. 

La tassa di collegamento, strumento di disincentivo, già approvata dal popolo, dovrebbe quindi essere almeno testata per un periodo adeguato al fine di valutarne gli effetti. Se combinata con politiche di mobilità aziendale, potrebbe aiutare le aziende medio-grandi a ottimizzare gli spostamenti dei propri collaboratori e ridurre il numero di parcheggi necessari senza conseguenze negative per le lavoratrici e i lavoratori. Va sottolineato infatti che nel caso in cui le aziende si attivassero con una strategia di mobilità aziendale non per forza l’introduzione della tassa si tradurrebbe in un aggravio finanziario. Potrebbe invece trasformarsi in un sistema aziendale di Car sharing, di navetta, di sostegno all’abbonamento arcobaleno. Ricordo che al di sotto dei 50 parcheggi le aziende sono esentate dalla tassa. Riteniamo quindi fuori luogo la generalizzazione fatta dagli iniziativisti e da chi mi ha preceduto.. Ricordo infine che la maggioranza di questo GC ha bocciato a più riprese misure obbligatorie di mobilità aziendale definite dalla relatrice di maggioranza come l’alternativa alla tassa. Quindi iniziativisti e maggioranza semplicemente non vogliono fare nulla per risolvere il caos viario.

Nonostante questa tassa sia stata approvata democraticamente, è stata promossa un’iniziativa popolare per abolirla, in contrasto con la volontà espressa dal popolo nel 2016. I cattivi perdenti della votazione del 2016 pur sbandierando ai quattro venti l’importanza del rispetto della volontà popolare ora vorrebbero gettarla nel cestino. Crediamo quindi che questa iniziativa vada chiaramente respinta, mentre il controprogetto del rapporto di minoranza, che prevede di riconfermare la tassa di collegamento solo per quanto riguarda i parcheggi aziendali di grandi dimensioni, debba essere accettato.

In conclusione, è irrispettoso impedire al popolo di esprimersi nuovamente su un tema così importante per il futuro della mobilità in Ticino. Chiediamo quindi di respingere il rapporto di maggioranza e approvare quello di minoranza, permettendo al popolo di decidere nuovamente.