Grazie presidente, consigliere di Stato, colleghi e colleghe.

Analizzando il consuntivo del DT non posso che utilizzare la stessa formulazione con cui mi ero espresso in sede di preventivo. Cito dal mio intervento del febbraio 2024:

«Se da un lato le sfide principali sono state chiaramente identificate dal Dipartimento del Territorio, dall’altro gli obiettivi temporali non sono sufficientemente ambiziosi e quindi la velocità del cambiamento decisamente troppo lenta. Vuoi per mancanza di obiettivi politici ambiziosi, vuoi per una mancanza di mezzi finanziari, vuoi per non scontentare troppi portatori di interesse, constatiamo nuovamente che la bassa velocità di crociera è l’elemento che definisce nel modo più appropriato il lavoro del Dipartimento.» fine della citazione.

Nonostante le sfide territoriali, ambientali e climatiche sono più che mai importanti nel DT sembra invece soffiare aria di smobilitazione: il direttore del dipartimento preferirebbe infatti andarsene al Dipartimento delle Istituzioni, proprio mentre presentava il pessimo progetto per la circonvallazione Agno-Bioggio. Vien da chiedersi se questo cambio di dipartimento sia pensato per nascondere lentezza e lacune, o per cercare di cancellare alcuni arroganti ostilità verso il Parlamento o piuttosto per contribuire ad accendere un fumogeno diversivo con il collega sul bilancio della Lega in governo. Lascio a voi la scelta.

Fatta questa premessa e tornando al consuntivo 2024, in questo nostro esercizio possiamo nella sostanza solo valutare se la mediocrità preventivata è stata anche effettivamente realizzata. E qui posso rassicurarvi, l’obiettivo è stato raggiunto. Sono ovviamente ironico, non me ne vogliano i collaboratori e le collaboratrici del Dipartimento a cui va il nostro grande ringraziamento per il loro importante lavoro. Purtroppo non sono solo le competenze o gli aspetti tecnico-scientifici che guidano il DT. La conduzione politica da parte del Governo è e rimane determinante per definire obiettivi e priorità: questi erano e rimangono insufficienti.

Voglio ora a spendere alcune parole più puntuali sugli investimenti, sulle attività forestali, la pianificazione territoriale e la mobilità.

Abbiamo più volte sostenuto che gli investimenti non solo devono essere mantenuti stabili ma devono essere aumentati per affrontare le grandi sfide del momento: la transizione ecologica ed energetica deve essere più veloce, l’adattamento ai mutamenti climatici in atto deve essere una strategia concreta da applicare da subito. Nel primo ambito si limitano gli investimenti per paura di aumentare il debito pubblico, nell’altro si rimane nel vago bocciando proposte come il fondo per l’adattamento e le calamità climatiche da noi proposto. Ribadiamoche investire per darci dei vantaggi futuri non può che essere positivo per la nostra comunità. La mancanza di coraggio oggi la pagheremo a caro prezzo domani.

Che ci sia un bisogno di investimenti lo si vede anche dal leggero scostamento tra preventivo e consuntivo 2024 nel campo energetico. Nonostante una diminuzione degli incentivi energetici ai comuni, si è notato un aumento significativo rispetto al preventivo proprio nel campo degli incentivi energetici ai privati. Non è la prima volta che il Paese evidenzia l’incapacità di lungimiranza del Consiglio di Stato.

Nel Campo forestale pur avendo aumentato in sede di preventivi leggermente la superficie di cura dei boschi di protezione rispetto al consuntivo 2023 constatiamo che la superficie trattata è inferiore di ben il 27% all’obiettivo, questo per far fronte ad interventi di protezione del bosco anch’essi importanti. Vista la centralità del bosco di protezione speriamo che questo ritardo possa essere compensato negli anni a venire. Se non fosse il caso pensiamo che si debbano concedere maggiori risorse a questo settore che deve far fronte ai mutamenti climatici in atto.

Nella pianificazione territoriale la tensione tra i vari attori è palpabile. Capiamo che la posizione del DT non è facile, un po` tra l’incudine e il martello, sempre alla ricerca del compromesso miracoloso tra aspetti tecnici oggettivi e considerazioni politiche controverse. In questo contesto una maggiore trasparenza e disponibilità alla discussione aiuterebbe per raffreddare un po’ gli animi, perlomeno darebbe una base di discussione comune più chiara. Questo ovviamente non garantisce che al centro poi venga effettivamente messo l’interesse collettivo di mantenere un territorio unico di qualità e con zone edificabili legate al fabbisogno effettivo.

Va infatti sottolineato che anni di edificazioni senza grandi obiettivi qualitativi hanno purtroppo gonfiato la speculazione edilizia e rovinato il territorio. Ora che, anche grazie agli impulsi a livello federale, si comincia a voler mettere una pezza, ecco che da alcuni comuni emerge un presunto diritto fondamentale alla cementificazione. Il cantone deve secondo noi mantenere un approccio rigoroso. In questo senso le calimeriche rimostranze verso il CF non sono certo un bel biglietto da visita per il nostro territorio.

Nel settore Mobilità fa invece molto piacere notare come l’aumento degli utenti del mezzo pubblico abbia permesso di ridurre sensibilmente anche le spese di trasferimento. Si tratta della dimostrazione che degli investimenti lungimiranti per una maggiore offerta di trasporto pubblico è pagante sul medio termine, speriamo che presto questo possa tradursi anche in una diminuzione del traffico. Questi sono gli investimenti infrastrutturali prioritari da aumentare in futuro anche per dare finalmente una svolta nella mobilità aziendale purtroppo ferma al palo dopo la bocciatura della tassa di collegamento.

Concludo ribadendo l’impressione complessiva che il DT da anni da di se stesso: una direzione di marcia tendenzialmente corretta ma con una velocità ampiamente troppo lenta. Da parte nostra questo merita al massimo un’astensione.

Grazie