Partendo da Piazza Grande a Locarno, passando da Bellinzona e Lugano fino ad arrivare a Chiasso, siamo saliti in sella alla bicicletta con l’intento di promuovere una rete ciclabile più organizzata e sicura. Sono state percorse delle tratte in treno al fine di valutare la complementarità tra bici e ferrovia, siccome riteniamo che la mobilità debba oggi essere multimodale.

Spostarsi in bicicletta rappresenta una delle forme di mobilità più sostenibili dato che permette di ridurre l’inquinamento atmosferico e permette uno stile di vita attivo. In un contesto come quello attuale, contrassegnato dal rincaro energetico e da una pressione elevata sul sistema sanitario, il ciclismo rappresenta un valido mezzo di spostamento alternativo al traffico motorizzato individuale.

Le criticità emerse durante il viaggio riguardano innanzitutto la segnaletica: diverse tratte sono discontinue, ciclisti e pedoni percorrono lo stesso tratto senza che ci sia una linea di demarcazione netta. I problemi concernono anche un’infrastruttura a tratti lacunosa e non al passo con i tempi dato che in alcuni casi alle ciclopiste vengono preferiti i parcheggi.

Ci sono evidentemente anche degli esempi virtuosi, soprattutto a Locarno. Tuttavia, tre spezzoni sono particolarmente pericolosi: il lungolago molto trafficato di Muralto, alcune tratte non segnalate per salire sul Monte Ceneri, e l’accesso alla stazione di Lugano (praticamente inesistente). Come Verdi e Giovani Verdi continueremo a batterci a tutti i livelli istituzionali per un’infrastruttura ciclopedonale più sicura e organizzata.