“Una povertà che spaventa”

Intervento di Giulia Petralli sul  Consuntivo 2023 del DSS 

Presidente, consigliera e consigliere di stato, colleghe e colleghi

Il voto dello scorso 9 giugno lo ha ben dimostrato: il 57% delle e dei Ticinesi chiede alla politica di trovare una soluzione contro l’aumento dei premi di cassa malati. Premi che erodono una parte sempre maggiore di un potere d’acquisto sempre minore, e che in Ticino hanno portato nel 2023 il 30.7% degli assicurati LAMAL a necessitare di una riduzione degli stessi, tramite i contributi Ripam. Soprattutto il secondo, è un dato allarmante che ci dice che qualcosa non va, e ormai da troppo tempo. Di fronte a un canarino che in una miniera di carbone ha smesso di cantare ci si aspetterebbe dal Canton Ticino un forte impegno a livello federale, con lo scopo di trovare una rapida soluzione a un problema oramai insostenibile. Una o più soluzioni che a nostro avviso devono essere ricercate, tra le varie cose, anche in una migliore qualità di vita, caratterizzata da meno stress sul posto di lavoro, meno ingorghi sulle strade, più tempo di qualità da godere, cibi più sani sulle nostre tavole, una migliore protezione del clima che ci circonda, e via discorrendo.

Certo, la necessità di trovare una soluzione è un invito che il Consiglio di Stato si sente ripetere ormai da anni e, lo sappiamo, trovare una soluzione al costante aumento dei costi della salute non è una sfida semplice. Al contempo, però, proporre di tagliare i sussidi Ripam a 6’400 persone equivale a uno schiaffo inaspettato. Dal dipartimento ci aspettiamo altro, anche se il contesto in cui opera, ne siamo consapevoli, è particolarmente difficoltoso.

Infatti, secondo il rapporto sociale sulla povertà in Ticino, nel 2018, 20’784 persone vivevano in un’economia domestica con un reddito disponibile inferiore alla soglia di povertà. Ecco un altro dato che spaventa. Laddove l’economia locale fallisce, il DSS è chiamato a correggere il sistema tramite aiuti e prestazioni. Una spesa che non potrà che aumentare. Nel correggere le inefficienze del mercato, il DSS oltre a essere competente e accessibile deve essere anche celere e ben organizzato.

In questo senso, per quanto concerne il settore del sostegno sociale, messo sempre più sotto pressione, l’elevato numero di personale ausiliario che si registra anche nel 2023, e che non si spiega con la sola emergenza ucraina, conferma una difficoltà di pianificazione delle attività. L’aumento del personale ausiliario non sembra infatti lenire un clima di lavoro teso, con numerose assenze per malattia, un elevato turnover e contesti di disagio. Inoltre, il numero di dossier per operatore di sostegno sociale ha raggiunto ormai le 200 unità. Come ci si aspetta che qualcuno riesca a portare avanti 200 situazioni diverse senza commettere errori, ritardi e senza esaurirsi?

Invitiamo quindi, di nuovo, il Consiglio di Stato a un confronto inter cantonale sul numero di dossier per operatore e a una riflessione sulla possibilità di attuare una riforma, che consenti ai funzionari di essere presenti sul territorio e seguire di conseguenza meglio i propri assistiti, con per esempio un numero minimo di colloqui obbligatori e personali sull’arco di un anno.

Una politica più sensibile è attesa anche nel contesto del settore socioeducativo e sociosanitario, dove l’aumento del fenomeno dell’esaurimento psico-fisico del personale, la crescente fuga dalle strutture e la sempre minore sostituzione del personale partente rimangono uno dei problemi più importanti e urgenti da risolvere. Ci rammarichiamo in questo senso del fatto che il Consiglio di Stato respinga l’iniziativa Per cure sociosanitarie e socioeducative di qualità, che nel suo complesso mira proprio a garantire al personale delle condizioni lavorative migliori, e agli utenti una migliore qualità dei servizi.

Infine, per quanto riguarda il settore famiglie e minorenni spaventa, ma non sorprende, l’aumento del 23% delle persone che hanno richiesto una consulenza al servizio per l’aiuto alle vittime di reati. L’aumento della sensibilizzazione sul tema della violenza sta accrescendo la conoscenza delle strutture attive sul territorio, così come sta poco alla volta spezzando lo stigma e la paura di chiedere aiuto. In questo senso salutiamo favorevolmente il nuovo Piano d’azione per le pari opportunità, che con quello sulla violenza domestica e il Programma cantonale di promozione dei diritti, di prevenzione della violenza, di protezione di bambini e giovani è sicuramente un altro importante strumento a favore di un ulteriore sensibilizzazione al tema della parità. Ma oltre ai teorici piani d’azione ci auspichiamo che siano potenziate anche le strutture d’accoglienza, così come sia aumento il personale per la presa a carico di vittime dirette e indirette di violenza.

Ecco, guardando quindi al passato il lavoro che il DSS si è trovato ad affrontare è stato fondamentale per il sostentamento della popolazione, soprattutto di quella più fragile. Guardando al futuro la richiesta che facciamo è che un settore così delicato come quello della sanità e della socialità non venga più azzoppato da ulteriori tagli. Nell’attesa e riconoscendo l’impegno speso, ci asterremo.