Grazie presidente, consiglieri di stato, colleghi e colleghe,

Il mutamento climatico di origine antropica è ormai una realtà indiscutibile. La temperatura in Svizzera è già aumentata di 2.8 °C rispetto all’era preindustriale. Le ondate di caldo sono sempre più frequenti, quest’estate ne abbiamo vissuta una tra le più lunghe. A livello globale il 2024 è stato finora il più caldo da quando si misura ed è da ben 13 mesi che registriamo ogni mese il record di temperatura globale.

In questo contesto, la necessità di azioni determinate per limitare il mutamento climatico non è mai stata così chiara. Se vogliamo evitare conseguenze gravi per l’umanità, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e fare la nostra parte per uscire dalle fonti energetiche fossili. È nostro dovere morale e politico lavorare ed impegnarci per neutralizzare la nostra impronta sull’atmosfera.

L’obiettivo del Cantone riguardo alla neutralità climatica tramite il PECC è il 2050. Come Verdi sia a livello federale che cantonale abbiamo sempre indicato che questo obiettivo è insufficiente. La nostra responsabilità storica come paese industrializzato ci imporrebbe di raggiungere la neutralità climatica già nel 2040. Il netto zero sia esso nel 2050 o nel 2040 è un obiettivo che non possiamo mancare, per rispetto delle future generazioni. Il messaggio sulla decarbonizzazione e il relativo credito quadro per il programma di incentivi è lo strumento centrale della politica energetica ticinese . La politica e anche il popolo hanno più volte dato la preferenza ad un sistema di incentivi piuttosto che a rigidi sistemi normativi o a tasse sulle emissioni di gas serra. In generale l’ultimo periodo di incentivi è una storia di successo sia in termini di obiettivi energetici raggiunti sia in termini di ritorno economico nel Cantone.

Investire nella decarbonizzazione, nell’efficacia e nell’efficienza energetica, nella produzione di energia termica da fonti rinnovabili e nella sensibilizzazione e consulenza ha un costo di investimento oggi, ma ha anche una grande ricaduta in futuro. Una società che usa in modo efficiente l’energia e che è autosufficiente nel suo approvvigionamento energetico ha enormi vantaggi competitivi a sua disposizione a beneficio di tutta l’economia. La crisi energetica che abbiamo avuto negli ultimi anni dovrebbe averci insegnato che abbiamo bisogno di essere più resilienti in questo ambito.

Proprio perché si tratta di uno strumento fondamentale ed efficace della politica energetica cantonale il programma di incentivi va calibrato in modo da permettere di raggiungere l’obiettivo importante che il PECC si è dato. Il messaggio ha colto giustamente la necessità di accelerare e aumentare gli investimenti per poter perlomeno smaltire le richieste presentate. Va in ogni caso fatto notare che il tasso di transizione attuale non è ancora particolarmente veloce e molto c’è ancora da fare. Salutiamo comunque con una timida soddisfazione il fatto che rispetto all’ultimo periodo di riferimento il credito quadro sia aumentato di quasi il 50%. Ciò nonostante è già sin d’ora chiaro che l’ammontare proposto se proiettato fino al 2050 non permetterà di raggiungere l’obiettivo del PECC, figuriamoci quello al 2040 dei Verdi. In questo senso è evidente che la dotazione finanziaria di questo programma rispetto alle reali necessità è un compromesso al ribasso che come Verdi possiamo considerare solo come il minimo accettabile.

Ci preoccupa quindi profondamente che ci siano forze politiche o parti di esse capeggiate dal PLR che, nonostante i bei programmi elettorali in cui sostengono di voler salvaguardare il clima, nonostante le evidenze del mutamento climatico in atto, mettano in discussione anche questa modesta e insufficiente dotazione finanziaria. Non possiamo ingannare la popolazione facendo credere di voler raggiungere obiettivi climatici in linea con l’accordo sul clima di Parigi, tra l’altro anche approvati in votazione dal popolo Svizzero, Ticino compreso, senza poi fornire gli strumenti adeguati per farlo. Si tratterebbe di un inganno di pessimo gusto, e oggi di fronte alle catastrofi climatiche sempre più frequenti, è più che mai il momento di essere chiari e onesti con i cittadini e le cittadine.

Termino con un appello a questo parlamento. Se proprio per taluni deputati o talune deputate un programma di investimenti per il clima da 100 milioni in 6 anni rappresenta un passo finanziario emotivamente o ideologicamente troppo grande allora invito a considerarlo come un investimento di rilancio dell’economia ticinese. 200 milioni di investimenti creano un indotto economico vicino al miliardo di franchi, a beneficio delle nostre aziende, dei nostri artigiani, dei lavoratori e delle lavoratrici di questo cantone. Investire per rilanciare l’economia e mettere le basi per un Ticino più competitivo in prospettiva mi sembra già un motivo più che sufficiente per almeno approvare il messaggio come tale.

Ben sapendo che la dotazione finanziaria di questo programma di incentivi non sarà sufficiente per raggiungere gli obiettivi climatici del PECC il gruppo dei Verdi sosterrà il rapporto per senso di responsabilità, anche se non sarà approvato neanche uno dei nostri due emendamenti.

Grazie

Per cercare di avere un programma di incentivi maggiormente in linea con gli obiettivi dello zero netto (2040 o 20250) abbiamo presentato due emendamenti:

Premetto che i due emendamenti proposti dal nostro gruppo non sono cumulativi bensì sono un’alternativa per dare al Gran Consiglio una possibilità di scelta: noi proponiamo un credito quadro cantonale di 200 milioni in 7 anni o di 100 milioni su 4 anni. Se l’emendamento all’articolo 1 sarà approvato evidentemente il secondo sul capoverso 2 dell’articolo 6 sarà ritirato.
I motivi principali che stanno alla base dei due emendamenti li ho già espressi nel dibattito sul messaggio.
Nonostante l’aumento del credito quadro del 45% rispetto all’ultimo periodo di riferimento e i passi avanti ottenuti con questi strumenti di incentivo negli ultimi 10 anni, per poter raggiungere la decarbonizzazione completa del nostro Cantone entro il 2050 saranno necessari fondi maggiori. Proiettando questi incentivi fino al 2050, ovvero l’obiettivo del PECC della neutralità climatica, appare evidente che questi non saranno sufficienti. Lo stesso consigliere di Stato Zali e i suoi funzionari hanno confermato in audizione che il credito quadro proiettato al 2050 non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi.
Per evitare conseguenze climatiche ingestibili già in parte osservabili e considerate le nostre responsabilità delle emissioni storiche di paese industrializzato, come Verdi riteniamo che le emissioni di gas serra dovrebbero essere neutralizzate addirittura già entro il 2040.
Per aumentare le probabilità di perlomeno avvicinarci all’obiettivo finale del 2050 gli investimenti annuali dovrebbero essere almeno il doppio di quanto proposto nel compromesso al ribasso del Consiglio di Stato.

Maggiori fondi a disposizione permetterebbero ovviamente di effettuare più velocemente la transizione nel settore immobiliare sia tramite un tasso di risanamento più elevato che una scelta più frequente di risanamenti verso edifici di classe energetica più elevata. Aumentare il credito quadro avrebbe delle notevoli ricadute economiche. Si stima che l’ammontare stanziato in incentivi genera un indotto economico 5 volte più grande. Il programma di decarbonizzazione potrebbe quindi essere considerato come un piano di rilancio economico dell’intero Cantone.

Sulla base di queste considerazioni vi invitiamo ad approvare uno dei nostri emendamenti in modo da dare gli strumenti adeguati al Paese per raggiungere perlomeno gli obiettivi di decarbonizzazione votati dal popolo e ripresi dal PECC.